Posti da visitare a Campomarino di Maruggio

Campomarino di Maruggio è una località turistica rinomata per le sue splendide spiagge e le acque cristalline, ma offre anche numerose opportunità per trascorrere una vacanza attiva e scoprire la bellezza della costa salentina. Ecco alcuni posti da visitare durante il vostro soggiorno:
- Sentieri panoramici: la zona circostante a Campomarino di Maruggio offre molti percorsi escursionistici con vista panoramica sul mare e sulla campagna pugliese. Scoprirete sentieri come il “Sentiero della Bonifica”, che segue il tracciato dell’antica via Traiana, oppure il “Sentiero delle Dune”, che attraversa le dune costiere e offre spettacolari vedute sulla costa.
- Torre dell’Ovo: una delle torri costiere più importanti del Salento, la Torre dell’Ovo è stata costruita nel XVI secolo per proteggere la costa dalle incursioni dei pirati. La torre si trova a pochi passi dalla spiaggia di Campomarino.
- Riserva naturale Salina dei Monaci: una riserva naturale che ospita numerosi uccelli migratori e altre specie animali. Potrete osservare i fenicotteri rosa, le aironi, le volpi e le tartarughe marine. La riserva è perfetta per una passeggiata tranquilla immersi nella natura.
- Castello di Maruggio: un antico castello costruito nel XIII secolo, situato nella vicina cittadina di Maruggio. Il castello ospita un museo archeologico con reperti della zona

Chiesa Matrice (Via Umberto I, già Via Umbertana)
Dedicata alla Natività di Maria Vergine (già Santa Maria de Nova), fu edificata sui resti di una chiesa di epoca bizantina. Sulle pareti dell’edificio sono visibili i segni dell’Ordine di Malta. Le armi del Commendatore Alliata (1560 ca.) sono ancora visibili all’esterno, al di sopra del portale principale.
La costruzione dell’edificio iniziò per volontà del primo titolare della Commenda di Maruggio: il Maestro gerosolimitano Fra’ Pietro Francesco De Capua(1496-1525).
Il terremoto del 20 febbraio 1743 portò a modifiche strutturali, come quelle del prospetto: il rosone, nella parte sovrastante, venne sostituito da una finestra in stile barocco; lo stesso accadde per il portale originario, sostituito da un altro dello stesso stile della finestra.
La facciata è suddivisa in due ordini collegati da cornici decorate con conchiglie e rosette, che corrono anche lungo la parete laterale a nord. L’edificio presenta una pianta basilicale, con tre navate divise da due file di colonne con capitelli riccamente scolpiti che richiamano motivi classici: teste, animali, foglie di acanto, fiori. Su ogni capitello poggiano gli archi leggermente acuti, di ispirazione medievale, che sostengono la volta centrale a botte. E’ possibile che la chiesa venisse ultimata nei primi decenni del Cinquecento: taleipotesi è suffragata solo dalla data riportata sulla campana fusa dal gallipolino M. N. Patitario nel 1522, come recita l’iscrizione [Di Lena 2005].
Chiesa di S. Giovanni Battista Penitente (Piazza S. Giovanni)
Un tempo posta fuori le mura che cingevano l’abitato. Molto probabilmente la chiesa risale alla fine del XV secolo e fu costruita pervolere dei Cavalieri di Malta. In origine all’edificio era annesso un ospedale per il ricovero dei pellegrini e dei malati. Di quest’ultimo, già in cattivecondizioni nel Seicento, non vi è più alcuna traccia.
Due semplici lesene delimitano il prospetto, dove nella parte superiore si trova una finestra sulla quale sono posti tre stemmi appartenenti all’Ordine dei Cavalieri di Malta, che furono inseriti nella facciata in occasione di un restauro effettuato senza alterare le strutture della chiesa. Sullo stemma centrale è possibile leggere la data 1503.
Le fiancate sono scandite da una teoria di lesene tra le quali è inserita sul fondo una finestra su ambedue i lati, che dava luce direttamente all’altare maggiore. Presenta un’unica navata. Con la definitiva soppressione della Commenda la chiesa venne adibita a posto di osservazione per coloro che provenivano da luoghi infetti di colera. [Di Lena 2005].
Castello dei Cavalieri di Malta
La costruzione del Castello dei Cavalieri di Malta iniziò verso la fine del XV secolo; nei primi decenni del XVII ebbero termine i lavori di ampliamento e completamento. Originariamente dimora del Commendatore, sorgeva a ridosso delle mura che cingevano l’abitato e comprendeva diverse stanze al piano nobile, mentre a piano terra erano magazzini e frantoi. Sul lato del palazzo che si affaccia su piazza del Popolo sono collocate semplici finestre il cui fregio è decorato a motivi vegetali o zoomorfi. Sono inoltre visibili lo stemma del Commendatore Alliata (1560), identico a quello posto sulla facciata della Matrice, a testimonianza che i lavori furono compiuti sotto la sua direzione, e un trittico di pregevole fattura, al centro del quale campeggiano le armi araldiche del 52° Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Fra’ Ugo Loubens De Verdalle (1582-1595), con le insegne cardinalizie, e di due dignitari dell’Ordine.
Fra’ Ugo Loubens De Verdalle fu uno dei migliori Gran Maestri. Eletto il 12gennaio del 1584 mentre ricopriva la carica di gran priore di Tolosa, papa Sisto V lo insignì (1585-90) della porpora cardinalizia il 18 dicembre del 1587.
Si può affermare che il trittico fu murato tra il 1588 e 1595, poiché in esso già appare sulle armi del Gran Maestro il cappello cardinalizio. L’emblema mostra anche una particolarità introdotta da questo Gran Maestro: l’uso di inquadrare lo stemma di famiglia con quello dell’Ordine. Per quanto riguarda le altre due armi, l’attribuzione è incerta. Sulla porta d’ingresso al Castello (via Umberto I) si notano, ormai corrose, le armi dei Commendatori Alliata (sotto) e Chigi (sopra). A latere degli stemmi sono presenti le guide di pietra per gli innesti delle bandiere dell’Ordine e della Commenda. Si accede poi a un cortile, nel quale è visibile lo scalone coperto, con soprastante colonnato, costruito per volere del Commendatore Fra’ Costantino Chigi nella prima metà del Settecento, il quale, tra le altre cose, si occupò anche di far restaurare il Castello.
Su una parete del cortile è collocato lo stemma dei principi Alliata e quello di Pietro Francesco De Capua (1496-1525), situato sulla parete in cima alla scalinata. Nel cortile, a destra, sono visibili i resti della cappella dedicata a S. Maria della Visitazione. Oggi il Castello è stato smembrato e appartiene a più famiglie.[Di Lena2005].
Negli ultimi decenni del XVI secolo fu eretta “extra moenia” la cappella di San Leonardo, indicata secondo la tradizione orale col titolo di S. Eligio.
Nel 1619, ad opera del missionario gesuita P. Gabriele Mastrilli, fu fondata presso la cappella la Congregazione mariana della SS. Annunziata, secondo le regole della Compagnia di Gesù. Ben presto i confratelli manifestarono il desiderio di costruire una chiesa più ampia, adiacente alla prima.
Il nuovo edificio sorse a ridosso della cappella di S. Eligio, come si può ancora rilevare osservando le attuali strutture architettoniche.
La nuova chiesa “erecta ex elemosinis”, aveva il tetto a canne, fu dedicata all’Annunciazione di Maria Vergine, come si può leggere sulla lapide tufacea posta nel timpano della facciata: hoc templum sanctae m. v. annunciationi dicatum a fratre cono marubiensi erectum [+] tectum est (e)mbrice 16(5)4. Nel 1637 l’edificio subì il saccheggio delle armate islamiche. Nel 1654, come si evince dalla stessa lapide, il tetto della chiesa veniva rifatto con tegole, in sostituzione di quello originale a canne.
I due edifici risultano uniti in facciata, ma presentano, il primo, un fregio di coronamento con greca “a bauletto”, portale ad arco ribassato, ricca finestra, capitelli ionici privi dei tradizionali sostegni; il secondo, profilo acapanna, portale con timpano triangolare sovrastato da finestra.
All’interno entrambe le chiese presentano un’unica navata e sono tra loro unite. La volta della chiesa di S. Eligio è lunettata, percorsa da cordoni in pietra locale a motivi floreali; al centro sono testine alate di angeli. L’altare maggiore, pure in pietra locale, affiancato da due eleganti nicchie con triglifi e palmette, è sorretto da colonne tortili ed è decorato con motivi vegetali. Notevoli i peducci a decorazione vegetale che sostengono le volte a crociera. La copertura della cappella dell’Annunciazione presenta maggiore ricchezza di elementi decorativi, molto simili a quelli della vicina chiesa di S. Eligio. è ornata da dodici teste di angeli, corrispondenti alle dodici vele, ed è arricchita da motivi floreali, con la presenza di una torre e una fontana, del sole e della luna, che richiamano le litanie.
Entrambi gli edifici furono soggetti al rifacimento delle strutture preesistenti nel corso dei secoli. La data posta sull’architrave della porta della cappella di S. Eligio (1658) attesterebbe la fine dell’esecuzione dei lavori di rifacimento del tetto con blocchi tufacei, in sostituzione di quello originale.[Di Lena 2005].
Chiese di S. Eligio e della SS. Annunziata
(Via Malta)
Negli ultimi decenni del XVI secolo fu eretta “extra moenia” la cappella di San Leonardo, indicata secondo la tradizione orale col titolo di S. Eligio.Nel 1619, ad opera del missionario gesuita P. Gabriele Mastrilli, fu fondata presso la cappella la Congregazione mariana della SS. Annunziata, secondo le regole della Compagnia di Gesù. Ben presto i confratelli manifestarono il desiderio di costruire una chiesa più ampia, adiacente alla prima. Il nuovo edificio sorse a ridosso della cappella di S. Eligio, come si può ancora rilevare osservando le attuali strutture architettoniche.
La nuova chiesa “erecta ex elemosinis”, aveva il tetto a canne, fu dedicata all’Annunciazione di Maria Vergine, come si può leggere sulla lapide tufacea posta nel timpano della facciata: HOC TEMPLUM SANCTAE M. V. ANNUNCIATIONI DICATUM A FRATRE CONO MARUBIENSI ERECTUM [+] TECTUM EST (E)MBRICE 16 (5) 4. Nel 1637 l’edificio subì il saccheggio delle armate islamiche. Nel 1654, come si evince dalla stessa lapide, il tetto della chiesa veniva rifatto con tegole, in sostituzione di quello originale a canne. I due edifici risultano uniti in facciata, ma presentano, il primo, un fregio di coronamento con greca “a bauletto”, portale ad arco ribassato, ricca finestra, capitelli ionici privi dei tradizionali sostegni; il secondo, profilo a capanna, portale con timpano triangolare sovrastato da finestra. All’interno entrambe le chiese presentano un’unica navata e sono tra loro unite. La volta della chiesa di S. Eligio è lunettata, percorsa da cordoni in pietra locale a motivi floreali; al centro sono testine alate di angeli. L’altare maggiore, pure in pietra locale, affiancato da due eleganti nicchie con triglifi e palmette, è sorretto da colonne tortili ed è decorato con motivi vegetali. Notevoli i peducci a decorazione vegetale che sostengono le volte a crociera. La copertura della cappella dell’Annunciazione presenta maggiore capitelli ionici privi dei tradizionali sostegni; il secondo, profilo a capanna, portale con timpano triangolare sovrastato da finestra. All’interno entrambe le chiese presentano un’unica navata e sono tra loro unite. La volta della chiesa di S. Eligio è lunettata, percorsa da cordoni in pietra locale a motivi floreali; al
centro sono testine alate di angeli. L’altare maggiore, pure in pietra locale, affiancato da due eleganti nicchie con triglifi e palmette, è sorretto da colonne tortili ed è decorato con motivi vegetali. Notevoli i peducci a decorazione vegetale che sostengono le volte a crociera. La copertura della cappella dell’Annunciazione presenta maggiore ricchezza di elementi decorativi, molto simili a quelli della vicina chiesa di S. Eligio. È ornata da dodici teste di angeli, corrispondenti alle dodici vele, ed è arricchita da motivi floreali, con la presenza di una torre e una fontana, del sole e della luna, che richiamano le litanie. Entrambi gli edifici furono soggetti al rifacimento delle strutture preesistenti nel corso dei secoli. La data posta sull’architrave della porta della cappella di S. Eligio (1658) attesterebbe la fine dell’esecuzione dei lavori di rifacimento del tetto con blocchi tufacei, in sostituzione di quello originale [Di Lena 2005].
Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie
(Via Vittorio Emanuele, già Strada Maggiore)
Sotto il governo del Commendatore Mattia De Capua furono avviati i lavori di costruzione del convento e della chiesa dei frati Minori Osservanti, lontano dalla “Terra” murata, con l’autorizzazione del papa Clemente VII (Bolla del 6 aprile 1534). Presumibilmente era stato già edificato prima degli atti formali insieme al chiostro, al dormitorio e al refettorio.
Sorse nello stesso luogo dove preesisteva una chiesa rurale dedicata alla “Beata Mariadella Gratia”, alla quale fu dedicato anche il nuovo convento, di cui restano tracce dell’architettura e della decorazione. Il convento fu ultimato nel 1575.
L’opera fu sostenuta dalla generosità dei cittadini che incoraggiarono la costruzione di una nuova chiesa più grande rispetto alla cappella esistente.
La data era scritta sul pavimento, vicino all’ingresso principale ed era ancora leggibile prima dei restauri del 1970-77.
La chiesa è a navata unica e con volte a crociera, mentre in origine era a croce latina.
Il chiostro quadrangolare si articola in venti arcate ogivali con ghiera; le volte a crociera sono sostenute da pilastri ottagonali. Al centro del chiostro è il pozzo sormontato da piccoli pilastri ottagonali che sostengono una statua di S. Antonio con il Bambino Gesù [Di Lena 2005].
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